ECONOMIA &LAVORO

 
 
 
 
HOME DEL DOSSIER

Partner indiani sul cibo

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
12 gennaio 2010

Nell'anno in cui le persone che soffrono la fame hanno superato la quota di un miliardo (statistiche Onu), l'Unione Europea lancia un progetto di ricerca destinato a fare scuola. Si chiama Namasté - parola che in India si usa per augurare futuro - è coordinato da Fabio Fava, docente di Biotecnologie ambientali all'università di Bologna, e ha per obiettivo trarre cibo dagli scarti dell'industria alimentare. «Namasté si divide in due sottoprogetti – spiega Fava –. Il primo vede come capofila l'ateneo italiano e aggrega altri sei partner europei. Il secondo è finanziato dal dipartimento di Biotecnologie del governo indiano». Due ricerche parallele, ciascuna con una dotazione di 1,5 milioni di euro. Undici le imprese indiane coinvolte, 15 quelle europee, interessate a produrre dagli scarti degli agrumi, del mango, della crusca da grano e del riso cose come snack ai cereali, porzioni monodose di frutta refrigerata o integratori in polvere. Namasté, che avrà uno sviluppo di tre anni, segnala l'attenzione di Bruxelles a finanziare progetti con i paesi dell'area Bric, l'India in particolare. La ricerca come via per allacciare partnership geopolitiche su larga scala. A partire dai bisogni elementari. (F.Ga.)

12 gennaio 2010
© RIPRODUZIONE RISERVATA
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio

L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER
Effettua il login o avvia la registrazione.
 
 
 
 
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-